Wednesday 26 October 2011

Diwali e i monsoni

Ieri e oggi sono giorni di festa in India. Diwali è la festa delle luci, simile all'ebraica Hannuka. Si sta a casa dal lavoro, si fanno scoppiare petardi e fuochi d'artificio, si comprano vestiti nuovi, regali e dolciumi  (gli Indiani sono dei veri golosoni!).


Così ieri, a casa da lavoro e da scuola, abbiamo deciso di andare a visitare Pondicherry, città di circa 200 mila abitanti a circa due ore di auto a sud di Chennai. È stata una colonia francese per 280 anni, fino al 1761. La parte della città detta White Town, a oriente del canale che la divide in due, conserva uno spiccato aspetto da città costiera francese: la lunga promenade, ville imponenti e altri piccoli dettagli, come cestini per le cartacce, strade pulite che risaltano ancora di più nel contrasto con la Black Town ovvero la zona Tamil.
Così dice la guida.



Ieri sveglia alle 7, partenza alle 8, viaggio in auto sotto la pioggia scrosciante ma all'insegna di incrollabile ottimismo, arrivo a Pondicherry verso le 10:30. Ci facciamo scaricare dal driver davanti all'ufficio del turismo. Non piove, noi ignoriamo deliberatamente i nuvoloni grigi e licenziamo l'autista con un allegro "Ti chiamiamo tra un paio d'ore!". Ci procuriamo la cartina della città, attraversiamo la strada e ci troviamo sulla bella promenade che ci invita a percorrerla cullati dalle onde...comincia a gocciolare, in men che non si dica l'intensità della pioggia aumenta, ci ripariamo con altri sotto a un gazebo di foglie di palma: la testa è asciutta ma siccome piove di traverso i piedi e le gambe si inzuppano.
Nel frattempo gli indiani sotto al gazebo con noi attaccano bottone: chiedono a Jacopo da dove veniamo, perché siamo in India, dove abitiamo, quanto ci fermiamo, che lavoro facciamo, che scuola frequentiamo e, prima di lasciare l'ombrello di palma, sempre sotto una pioggia impietosa, ci salutano dicendo "Welcome to our Motherland India!", senza un filo di ironia, nonostante l'acqua!


Dopo 45 minuti di pioggia ininterrotta decidiamo di chiamare il driver. Era già tornato a vedere che fine avevamo fatto, si era parcheggiato poco lontano da dove ci aveva lasciato e aspettava. Saliamo in macchina completamente zuppi e ci fa fare un giretto in città, abbastanza per decidere che è proprio carina e che dovremo tornarci, monsoni permettendo!


 




1 comment:

Stefania said...
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