Tuesday 1 November 2011

A casa!

Domenica abbiamo traslocato.
È come tornare a casa dall'ospedale col primo figlio: non vedevi l'ora, ma adesso ti devi arrangiare da sola.
Non più vestiti appallottolati nelle valigie, ma anche roba da lavare e da stirare. Non più cibi esotici al ristorante dell'albergo, ma anche lunghi viaggi alla ricerca dell'ingrediente tipicamente italico. Per esempio: dove scovare i pelati? Esisteranno da qualche parte, o dovrò mettermi a fare le conserve della nonna? Mi sa che finiremo per mangiare cibi molto originali anche a casa!



Le stelle comunque, consultate dal nostro autista, erano propizie: abbiamo scelto il giorno e persino l'ora adatti per entrare nella casa. Questo dopo che la settimana scorsa avevamo superato brillantemente l'incontro con tutta la famiglia del proprietario (moglie, figlia in dolce attesa, cugine con consorti e nipoti, persino il fratello venuto dallo Sri Lanka!) nel giorno in cui ci ha consegnato la casa. E noi, ingenui, che pensavamo di andare lì e ritirare le chiavi in modo asettico, ci siamo ritrovati invitati ad un pranzo di famiglia!
In effetti ci sono alcune cose bizzarre; per esempio le zanzariere non sono fuori, ma dentro. Quindi per aprire la finestra si deve aprire anche la zanzariera, consentendo all'infido insetto di entrare. Ma sicuramente era più comodo montarle così.
E poi non abbiamo ancora internet (sto scrivendo dalla scuola), né l'abbonamento alla TV, quindi giocheremo molto a Monopoli!
L'importante è avere pazienza, tanto se non dovesse succedere in questa vita ce ne sarà un'altra dopo!

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