Friday 30 September 2011

Il Driver

Il nostro driver si chiama Ragus, o almeno così lo chiamiamo noi per abbreviare il suo cognome complicatissimo. 
È puntuale, ci informa quando non riesce ad arrivare per l'ora pattuita a causa del traffico, è prudente, compatibilmente col modo di guidare dei Chennaiti! Diciamo che è bravissimo a fare il pelo alle altre auto, ad infilarsi tra due autobus senza farci schiantare, e cose del genere.



E poi è il nostro tramite col mondo indiano. Soprattutto il mio, perché per quanto riguarda Carlo e i ragazzi, si limita a portarli a destinazione - ufficio o scuola - e andarli a riprendere. Io invece devo essere accompagnata a trovare le cose che mi servono; non sempre questo è un compito così immediato! L'altro giorno dovevo trovare una bucatrice per i fogli dei raccoglitori dei ragazzi. Siccome l'unico negozio che conoscevo, Landmark, apriva alle 10:30 ed erano solo le 10,  mi ha portato a un local shop. 
Ci siamo avventurati in un dedalo di viuzze minori che si diramano dall'arteria principale del traffico: meno auto nuove, più tuc, moto e biciclette e pedoni, rigorosamente in mezzo alla strada perché, come dicevamo, marciapiedi non sempre se ne trovano. E lì,  in mezzo a una fila di coloratissime insegne di ogni forma e dimensione che stanno sopra a stanzini affacciati sulla strada, trovo il cartolaio, seduto dietro al bancone che dà direttamente sulla strada, senza porte, ingressi o altro. Aveva tutto quello che cercavo a prezzi ridicoli, anche meno di Landmark.


Ragus sulla macchina decorata per la poojia 
Ragus abita a sud di Chennai, ad una ventina di kilometri. Ogni giorno va in moto da casa sua all'ufficio dove prende la macchina della società, poi viene a prendere noi in albergo e ci distribuisce nei vari luoghi della città. Sul cruscotto ha una statuina di Ganesh, il dio della prosperità dalla testa di elefante. Quasi ogni giorno prima di venirci a prendere compra una catenella di fiori di profumatissimo gelsomino e delle rose rosse che gli avvolge intorno. Sulla fronte Ragus ha sempre un segno dorato. Credo sia per le preghiere, ma non mi sono ancora avventurata a chiedere. Parla inglese, ma non lo ha studiato, lo ha imparato lavorando con gli stranieri, quindi non sempre tutto è comprensibile. Sta cercando di insegnarmi un po' di tamil: per ora ho imparato Kale uannakkam e Male uannakkam, "Buongiorno" e "Buonasera".


Il sabato e la domenica è felicissimo di portarci da qualche parte perché per lui è lavoro straordinario e quindi pagato meglio. Dal lunedì al venerdì indossa una divisa, nel week end no, è casual. Di solito venerdì comincia a parlarmi di tutte le cose belle che ci sono da vedere nei dintorni di Chennai: ci fa da informatore turistico e spera che lo ingaggiamo per una gita fuoriporta perché più ore lo teniamo occupato nel fine settimana, meglio è per lui.
In moto si va anche in quattro
Il tuc parcheggiato
Traffico







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