Non si parla spesso dell'Italia sui giornali indiani, se escludiamo l'indigestione fatta la scorsa primavera con la faccenda dei marò: gli aggiornamenti su quell'argomento sono piuttosto lacunosi...tanto le elezioni in Kerala ci sono già state.
Oggi però gli Italiani sono citati ben due volte!
Il primo articolo è a pagina 10 del Times of India: è in atto una protesta formale, con tanto di intervento di legali, da parte degli impiegati dell'Ambasciata Italiana di nazionalità indiana. Questi, infatti, pare vengano pagati un terzo di quello che prendono gli Italiani che svolgono le stesse mansioni. E giù a parlare di discriminazione razziale e bla bla bla. Mi chiedo se nell'ambasciata indiana in Italia ci sia anche un solo impiegato non indiano: mah?
Certo il principio di differenziare gli stipendi non è corretto, ma siamo sicuri che quegli degli Italiani non includano anche il living, ossia i soldi per affittare casa, auto ecc. ecc.?
Il secondo articolo è ancora più interessante: un trafiletto a pagina 14 in cui si riporta la notizia del Daily Mail (!) che, in quel di Potenza, un giudice ha stabilito che ingiuriare un uomo affibbiandogli l'epiteto di "senza palle" (forse la versione originale è più colorita) costituisce offesa criminale e può essere punita con una multa.
Seguono notiziole sulla vendita reale o presunta di squadre calcistiche italiche a ricchi cinesi.
È interessante che proprio nei giorni scorsi siano usciti sul Corriere della Sera un paio di riferimenti non proprio lusinghieri sull'India, riguardo al pauroso black out che ha paralizzato mezzo paese e alla lentezza burocratica con cui si muove il procedimento contro i marò. Guai a pestare i piedi agli Indiani, rendono pan per focaccia!
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