Tuesday 5 August 2014

...Due anni dopo

...siamo ancora qui.
Nei tre anni passati ho trascorso periodi di totale disperazione e di assoluto divertimento. Mi sono lamentata come non mai quando ero qui, in India, e ho sentito la mancanza (quasi) del caos quando ero là, in Italia. 
Credo che qualunque esperienza di espatrio lasci un po' di bipolarismo addosso, figuriamoci l'India!

Proprio due giorni fa sono arrivata qui per fermarmi per il quarto anno, e l'ennesima assurdità indiana mi ha fatto pensare: perché non scriverla?


Tutto è cominciato quando ho inserito la SIM indiana. Messaggio: No Service. 
Mi hanno tagliato la linea. Di nuovo. 
L'ultima volta era stato ad aprile scorso, la Vodafone aveva voluto la copia di tutti i documenti (passaporto, visto, permesso di soggiorno) sostenendo che una nuova legge la obbligava a richiederli agli stranieri ogni tre mesi. Strano, visto che il Governo mi accoglie con un visto valido un anno: si vede che Vodafone è più pignola del Governo. 
Solo dopo richiesta accorata mi avevano assicurato di poter mantenere lo stesso numero.
Ieri, quando ho visto il messaggio, ho capito che si trattava della stessa solfa e sono andata, determinata, al Vodafone shop. Lì ormai mi conoscono tutti gli impiegati, sono assidua frequentatrice.

L'impiegato che mi è capitato, però, doveva essere nuovo: non l'avevo mai visto. Ho chiesto di verificare perché il mio numero non funzionava. Ha fatto un controllo al computer e mi ha detto che era disattivato. Ho detto: "Perché?"
Ha detto: "Perché non l'hai usato per più di sei mesi."
Ho detto: "Non è vero, ero qui sei settimane fa, e l'ho usato.Voglio riattivarlo."
Ha detto: "No Madam, questo numero si può attivare solo come post paid (abbonamento) e non come pre paid (ricaricabile)."
Ho detto: "Non voglio post paid, voglio pre paid. Perché l'avete disattivato?"
Ha detto: "Perché il tuo visto è scaduto."
Ho detto: "Sono arrivata ieri sera e il mio visto scade il primo settembre, se no non sarei qui! Allora voglio riavere il credito che c'era quando, senza avvertire, lo avete disattivato."
Ha detto: "No Madam, il credito è zero perché è disattivato."
Ho detto: "Sì, ma prima di disattivarlo c'era credito" e ho mostrato un messaggio di ricarica di fine maggio. Il giovanotto ha cominciato a sudare e sbuffare. 
Ho insistito: "Se Vodafone non mi ridà i soldi voglio inoltrare un formale reclamo. Anzi, posso andare dalla polizia a fare una denuncia per furto, perché Vodafone mi ha rubato dei soldi." Altri sbuffi, altra mano sulla fronte. Poi ha detto che andava a chiamare il manager.

Dopo un po' dall'ufficio sul retro è uscita una ragazza abbastanza giovane: era la manager. Ho spiegato la situazione. Si è ripetuto più o meno uguale il dialogo di prima, solo che lei mi ha detto che il numero era disattivato da aprile. Ho mostrato di nuovo il messaggio di ricarica di fine maggio e ho sostenuto che non avrei certo ricaricato un numero disattivato. Ho aggiunto che ad aprile avevo portato tutti i documenti che mi erano stati chiesti e che la situazione si era risolta. Si è girata a chiedere agli impiegati la copia dei documenti. Parlavano in Tamil, quindi non so bene cosa abbiano risposto, ma ad un certo punto le sono cadute le braccia lungo i fianchi e ho sentito: "...illa illa... digital copy!"
Si è messa a smanettare al pc mentre parlava con qualcuno con la centrale al telefono. Dopo un po' è apparsa sullo schermo la pagina del mio passaporto col visto. Effettivamente quel "9" per settembre sembrava un po' un "8", ma dal permesso di soggiorno si vedeva chiaramente che era un "9". Alla fine la manager ha detto che era stato letto male da parte loro, che potevano riattivare il numero, il credito mi sarebbe stato reso entro 48 ore. Ma volevano di nuovo la copia dei documenti. 
Non so perché, visto che li avevano a computer, ma ormai ho imparato che qui va bene vincere una battaglia alla volta, e lasciar perdere la guerra.
Sono andata a casa a prendere i documenti e glieli ho portati.
Hanno fatto un primo set di fotocopie. Mentre un altro impiegato compilava i fogli ho visto la bustina di una SIM nuova.
Ho chiesto: "È quella la nuova SIM?"
Ha risposto: "Sì."
Ho chiesto: "Stesso numero?"
Ha risposto: "Sì."
Ho detto: "Io però ho un iPhone 4, mi serve una micro SIM e quella è una SIM normale."
Ha detto: "Ora il numero viene attivato su questa, poi quando ricevi il messaggio chiami da questa SIM il 117 per la conferma e dopo che è attivato il numero vieni che ti do la micro SIM."
Ho detto: "E io come faccio a chiamare da questa SIM se non mi entra nel telefono?"
Avevo la battuta pronta perché ad aprile era successa esattamente la stessa cosa. Errare humanum est, sed persevarare...
Ha preso degli altri moduli e una micro SIM, ha fatto un secondo set di fotocopie dei miei documenti (che peraltro erano già archiviati digitalmente, come sappiamo), mi ha fatto firmare tutte le fotocopie nonché il primo modulo per l'emissione SIM e il secondo per il passaggio da SIM normale a micro (non ho capito perché non potesse emettere direttamente una micro, ma meglio non fare domande). Mi ha assicurato che dopo le 20 della sera stessa il numero sarebbe stato riattivato e finalmente, sono tornata a casa.

Alle 7:30 è arrivato un messaggio sul numero di Carlo: potevo chiamare per attivare il numero. Peccato che fino alle 9 la SIM nuova dicesse ancora No Service. Alle 9 sono stata in grado di riattivarlo. Potevo ricevere messaggi, ma il credito era ancora zero. Ho provato a ricaricare on line, ma, ho scoperto oggi - di nuovo al negozio Vodafone -  che la prima ricarica va fatta di persona, pagando anche 7 rupie in più.
Da stamani alle 11, dopo 36 ore in terra indiana, tre viaggi al Vodafone shop e una serie notevole di fotocopie e firme, sono di nuovo in possesso del mio numero di telefono attivo. Per il credito che c'era, ci riaggiorniamo!




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