Thursday 12 April 2012

Allarme tsunami!

Qui a Chennai non ci facciamo mancare niente: ieri c'è stato anche l'allarme tsunami.
Carlo mi ha chiamato dall'ufficio due minuti dopo che il driver era partito per andare a recuperare i ragazzi a scuola per dirmi che ci sarei dovuta andare anch'io. Per sicurezza, infatti, facevano ritrovare tutte le famiglie sul "suolo americano" della scuola. 
Effettivamente la nostra casa è a 100 metri dal mare, così anche se sia BBC che CNN dicevano che lo tsunami era altamente improbabile, mi toccava andare. 
Come se non bastasse, i cellulari funzionavano a singhiozzo, l'unico con cui riuscivo a stare in contatto era Jacopo, così ho chiesto a lui di chiamare il driver e dirgli di tornare a prendermi.

Dopo una decina di minuti mi ha suonato alla porta la guardia per dirmi che era passata la polizia a sollecitare perché si abbandonasse la zona. Col cellulare in stato comatoso non potevo avvisare se avessi cambiato i piani, così ho deciso di incamminarmi verso la strada principale, a quasi un chilometro dal mare, e di aspettare l'autista lì. Ho detto anche alla guardia di allontanarsi, e lui mi ha risposto che, nell'eventualità, si sarebbe arrampicato sul palazzo in costruzione (ormai ha raggiunto i tre piani!) e che comunque si era allenato in piscina e sapeva nuotare bene! Cosa vuoi dire agli indù?, tanto c'è la reincarnazione!


Lungo la ECR non c'era un traffico particolare, tant'è vero che, nei venti minuti abbondanti in cui ho aspettato Ragu, ho potuto godermi ogni genere di saluto/richiamo in inglese e tamil da tutti quelli che passavano: tuc tuc, biciclette, moto eccetera. Meno male che ogni tanto mi chiamava Jacopo per vedere se ero riuscita a mettermi in salvo! 
Comunque per strada nemmeno una traccia di poliziotti. Di solito, quando la governatrice del Tamil Nadu si sposta anche solo per far la spesa, lungo le strade sono schierate dozzine di poliziotti in divisa e immancabile manganello. Ieri forse avevano tutti adempiuto all'ordine di mettersi in salvo.
Finalmente è arrivato Ragu e siamo subito ripartiti alla volta della scuola, dove ci aspettava anche Carlo. Verso nord il traffico era caotico. Agli incroci le moto andavano contromano infischiandosene palesemente del senso di marcia, le mucche guadavano indifferenti la fiumana di auto e rischiavamo il tamponamento nel tentativo di schivare le biciclette, la solita famigliola di mendicanti e altri pedoni.
Finalmente siamo arrivati a scuola, ad allarme già rientrato da un po'. Abbiamo aspettato una mezz'oretta perché il traffico ricominciasse a scorrere e poi siamo tornati a casa.



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