Friday 9 December 2011

Yoga

Prendo lezioni di Yoga a casa della maestra Katyayini.
Lei insegna alla International Sivananda Yoga Vedanta Centre, di cui ho scoperto esiste una sede anche a Milano, ma non riesco a frequentare a scuola perché l'alternativa è tra il corso delle 6:30 del mattino (!) o le 6:30 del pomeriggio, quando il driver serve a Carlo per tornare a casa. Quindi vada per la lezione privata.



Katyayini mi spiegava che quando ha seguito il corso per diventare insegnante era l'unica indiana. Tutti gli altri corsisti erano stranieri, in particolare occidentali. Pare che in India lo Yoga abbia trascorso un lungo periodo di eclissi, come una vecchia tradizione data per scontata ma non più praticata, e che solo ora torni un po' in auge, soprattutto nelle grandi città dove la vita è più frenetica, gli orari e gli impegni provocano stress, e così la gente sceglie un'attività che fa bene a corpo e anima. Nel frattempo, invece, lo Yoga è diventato popolarissimo da noi, dove la vita è stressante da anni, così si sono formati molti insegnanti occidentali ed è molto più facile trovare uno straniero che insegna Yoga che un indiano.


Il mio campionario di insegnanti di Yoga ammonta a ben tre: la mitica Bruna a San Donato, Katyayini qui e un tipo indiano che faceva lezione presso un resort dove abbiamo passato un paio di giorni. Non che io possa trarre grandi conclusioni, però devo dire che nelle lezioni italiane riconosco un metodo: la lezione è strutturata e graduata, si sa a cosa servono le posizioni, si è condotti un po' alla volta così quando arriva la statica si riesce a mantenerla più a lungo. Qui il processo è un po' più sbrigativo. Anche se ti spiegano quali muscoli si stimoleranno, si arriva alla statica quasi a freddo, e personalmente trovo più difficile rimanere concentrata su quello che sto facendo quando non so bene cosa sto facendo!


Però Savasana mi viene benissimo!

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